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venerdì 2 maggio 2008

Gelosia, picchiatori e molotov

BUSTO ARSIZIO Credeva che la compagna lo tradisse con un bel medico. Così un anziano imprenditore, accecato dalla gelosia, ha assoldato un investigatore privato e un gruppo di picchiatori, che per dodici mesi lo hanno perseguitato, con tanto di raid a colpi di molotov e irruzioni e botte in ambulatorio. Tutto per il sospetto di corna in realtà inesistenti. Per questo l’industriale e la sua squadra di cinque persone sono stati tutti denunciati dalla polizia di Busto Arsizio. Tutti accusati a vario titolo di rapina aggravata, lesioni e porto di materiale esplosivo. E’ questo l’epilogo investigativo di un ipotetico triangolo amoroso tra il dottor Ernesto C., noto medico di Busto Arsizio del quartiere di Sacconago, Pasquale S., 70enne imprenditore di Pessano con Bornago (Mi) e la sua avvenente compagna, una 40enne di Castellanza. Una storia di tradimenti presunti da lavare con il sangue. Con tutto il suo contorno di picchiatori pronti a riscattare l’onore e vendicare l’oltraggio subito. Con bombe molotov che esplodono per rendere ancor più inequivocabile il messaggio in una vera e propria caccia all’uomo durata dodici mesi. Una vicenda torbida portata alla luce dalla polizia di Busto Arsizio che, ora, con la denuncia delle sei persone conta di aver messo fine alla persecuzione dell’incolpevole Ernesto Cozzi. Lui è lo sfortunato protagonista di questa storia di voci riportate, corna presunte e violenza vera. Un noir metropolitano dalle basi assurde perché se all’origine delle aggressioni ci sarebbero delle confidenze, pettegolezzi di un’amica della compagna di un facoltoso e anziano imprenditore giunti alle orecchie sospettose dell’uomo, di vero non c’è mai stato nulla. In realtà la relazione, consumata tra il medico e la quarantenne compagna del vendicativo imprenditore, non esisterebbe nemmeno. I due infatti si conoscevano e basta. Frequentavano gli stessi alberghi semplicemente perchè legati al mondo delle competizioni ippiche, avendo entrambi figlie che portavano a gareggiare in tutta Italia con gli amati puledri. Verità che Pasquale S. non aveva previsto. I suoi sospetti e la sua furia del resto, sarebbero stati “gonfiati ad arte” anche dall’uomo chiamato a verificarli: il titolare di un'agenzia di investigazioni con sede nel Comasco. Lui, infatti, per il proprio tornaconto avrebbe trasmesso al 70enne messaggi inventati proprio rinfocolarne i dubbi e confermare quella “storia” inesistente fra la compagna e il dottore. Ed è a questo punto che irrompono in scena i picchiatori dando il via a una lunga scia di violenze e minacce. Il primo episodio si registra il 4 aprile del 2007 con l'improvvisa aggressione subita dal dottor C. nel suo garage di casa. Poi telefonate e messaggi anonimi di avvertimento. Un’escalation passata dall'incendio a colpi di bottiglie molotov della tintoria bustese del suocero del medico, episodio poi ripetutosi ancora in autunno, e culminata nel brutale pestaggio avvenuto il 4 ottobre scorso addirittura all’interno dell’ambulatorio medico. A quel punto i poliziotti hanno stretto il cerchio ricomponendo i puzzle della vicenda. Con l’individuazione del braccio armato, composto da Fabrizio G., 31 anni, di Opera, Giovanni D., 26 anni di Milano e Alessandro C., 37 anche lui milanese, e persino del tramite fra l'industriale e i picchiatori. Tutti denunciati e tutti, come richiesto dal pm, Massimo Baraldo, sottoposti al divieto di dimora a Busto Arsizio.

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