Siamo arrivati praticamente ora (2.20 ora italiana). E stiamo usando la fantastica connessione wireless dell'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv. Già siamo pazzi di questo paese...
Arrivare, al contrario di quanto pronosticato, è stato facilissimo. Al punto che non ci hanno nemmeno chiesto che cosa ci facessimo qua. Gli unici istanti di tensione si sono vissuti a Istambul quando improvvisamente è scattato un secondo controllo dei passaporti con interrogatorio e qualcuno è rimasto là. Non noi per fortuna.
Qui a Tel Aviv, invece, a parte i controlli con i cani antiesplosivo e il fatto di essere bloccato ogni due secondi nessuno ti chiede cosa tu sia venuto a fare. Al punto che chiacchierando anche con altri passeggeri tutti sono sembrati sorpresissimi. Ma è chiaro e parlando anche con il personale dell'aeroporto che i nemici, ora, non sono di certo i turisti. E questa secondo noi, visto che crediamo che un pò tutti si aspettano un paese iperblindato, è una notizia...
Qui in aeroporto l'atmosfera è surreale, se non fosse per tre caschi blu polacchi incontrati al bar non sembrerebbe nemmeno di stare in un paese che sta vivendo un momento di forte tensione. I lanci d'agenzia sul clima "nervoso" in tutto il paese, al momento e almeno qui, rappresentano l'unica traccia del conflitto in corso.
Vi aggiorneremo oggi stesso, non appena arriveremo a Gerusalemme... magari dopo aver dormito un'oretta... In giornata, come già fatto in aeroporto, cercheremo di sviluppare il tema "senzazioni della popolazione israeliana". Persone che nonostante tutto non lasciano trasparire la preoccupazione che si potrebbe immaginare dall'Italia...
Arrivare, al contrario di quanto pronosticato, è stato facilissimo. Al punto che non ci hanno nemmeno chiesto che cosa ci facessimo qua. Gli unici istanti di tensione si sono vissuti a Istambul quando improvvisamente è scattato un secondo controllo dei passaporti con interrogatorio e qualcuno è rimasto là. Non noi per fortuna.
Qui a Tel Aviv, invece, a parte i controlli con i cani antiesplosivo e il fatto di essere bloccato ogni due secondi nessuno ti chiede cosa tu sia venuto a fare. Al punto che chiacchierando anche con altri passeggeri tutti sono sembrati sorpresissimi. Ma è chiaro e parlando anche con il personale dell'aeroporto che i nemici, ora, non sono di certo i turisti. E questa secondo noi, visto che crediamo che un pò tutti si aspettano un paese iperblindato, è una notizia...
Qui in aeroporto l'atmosfera è surreale, se non fosse per tre caschi blu polacchi incontrati al bar non sembrerebbe nemmeno di stare in un paese che sta vivendo un momento di forte tensione. I lanci d'agenzia sul clima "nervoso" in tutto il paese, al momento e almeno qui, rappresentano l'unica traccia del conflitto in corso.
Vi aggiorneremo oggi stesso, non appena arriveremo a Gerusalemme... magari dopo aver dormito un'oretta... In giornata, come già fatto in aeroporto, cercheremo di sviluppare il tema "senzazioni della popolazione israeliana". Persone che nonostante tutto non lasciano trasparire la preoccupazione che si potrebbe immaginare dall'Italia...
Nessun commento:
Posta un commento