
Poche parole per tentare maldestramente di discolparsi. Facendo intendere un giro d’affari di gran lunga inferiore a quello contestatogli dall’inviato di Ricci. Ammettendo generiche responsabilità e chiedendo scusa "su consiglio del mio legale". Non senza togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Come l’accento, lasciato cadere su "alcune inesattezze presenti nel servizio e il dispiacere per un attacco mediatico che non ha ammesso repliche".
Poche frasi ma sufficienti a far rizzare nuovamente le antenne a Moreno Morello e alla sua squadra. Una telefonata la sera precedente e poi nel pomeriggio di giovedì l’incontro con noi che avevamo raccolto lo sfogo di Casmirri. Appuntamento a Castiglione Olona, per “udire” dalla nostra voce quanto già letto su “La Provincia di Varese”. Così, dopo aver verificato le dichiarazioni riportate sulle colonne del nostro quotidiano Moreno Morello ha suonato il campanello di Casmirri, offrendogli l’opportunità di difendersi anche davanti alle telecamere di Canale 5. Opportunità che proprio il fotografo aveva chiesto a noi, taccuini alla mano. Ma non solo. Perché insieme al diritto di parola e di replica sono arrivate nuove accuse da parte di Moreno Morello che, forte di nuove testimonianze, ha inchiodato ancora una volta il fotografo di Venegono alla sue responsabilità. "Deve lasciar perdere la nostra Michelle – ha ripetuto più volte Morello, mentre due telecamere scrutavano il volto contrito del maldestro impresario venegonese – e ridare indietro i soldi che ha preso ingiustamente".
L’inviato di striscia ha contestato a Casmirri diverse situazioni analoghe a quelle già trattate nel primo servizio. In un locale di Chiasso avrebbe nuovamente assicurato, dietro il pagamento di qualche centinaio di euro, la presenza di Micelle Hunziker che, secondo le fantasie del falso impresario, avrebbe dovuto autografare dei calendari realizzati per beneficenza. Ovviamente il tutto senza il consenso della soubrette. Due modelle ritratte in passato dal fotografo, inoltre, hanno raccontato a Striscia di aver posato davanti all’obbiettivo di Casmirri senza ricevere l’ombra di un quattrino, salvo scoprire qualche tempo dopo la loro immagine stampata su riviste e cartelloni pubblicitari.
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