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venerdì 30 maggio 2008

"Non si allatta nel mio ristorante"

VEDANO OLONA "Signora, nel nostro locale non accettiamo atteggiamenti del genere, le spiacerebbe smettere?". Sono queste le parole che Michela Forlan, una giovane mamma di Binago (Co), si è sentita rivolgere dalla cameriera di un ristorante di Vedano Olona (Va), mentre si accingeva ad allattare Matteo, il suo bimbo di 4 mesi. "È successo domenica sera – racconta la ragazza ancora incredula per l’accaduto -. Erano già le 21.30 quando abbiamo ordinato e, tra le due portate, ho fatto per mettere mio figlio al seno. Indossavo una maglietta larga, ho agito con pudore, coprendomi addirittura con uno straccetto, tanto più che vicino a noi non c’era nessuno". Davanti a quel gesto la figlia dei proprietari, anche lei neo mamma, si è avvicinata al tavolo e ha detto che nel suo locale non accettava simili comportamenti: "Io – continua Michela Forlan -, me lo sono anche fatto ripetere. Era proprio così: mi stava vietando con tono scocciato di allattare il bambino nel ristorante, trattandomi come un’appestata. Ho cercato di farle notare che l’allattamento è una cosa naturale, che siamo nel 2008, in Lombardia, ma non c’è stato niente da fare, la ragazza è stata irremovibile e mi ha fatto notare che si allatta a casa e non in pubblico". Di fronte alla reprimenda della cameriera la coppia con bebé si è alzata dal tavolo dirigendosi verso la cassa per pagare quanto dovuto. "Alla cassa c’era il resto della famiglia, padre, madre e fratello della cameriera. Ho fatto presente a tutti che avrebbero almeno dovuto avvisare la clientela del fatto che nel ristorante non si accettano madri che allattano i loro bebé, così come si fa per i cani". Ne è nato un battibecco abbastanza acceso, con toni e parole sopra le righe da una parte e dall’altra. "Mi sono sentita dare della “schifosa” e “ignorante” – racconta Michela - e il titolare si è detto anche orgoglioso della figlia che non ha mai allattato in pubblico". Nel ristorante “Al Peschereccio” di via San Pancrazio, il titolare Mario Apicella conferma l’episodio, spiegando le proprie ragioni e dicendosi pronto a sostenerle nuovamente: "La signora non è stata allontanata, ma le abbiamo semplicemente chiesto di non allattare in pubblico perché pensiamo sia un cosa sconveniente e mi dà personalmente fastidio. La signora avrebbe potuto chiedere un posto riservato e avremmo fatto il possibile per accontentarla. Mi fa sorridere poi che si difenda dicendo che “è una cosa naturale”. Anche senza elencarle, il nostro fisico ha un sacco di altre funzioni naturali che pure non si esplicano in una sala ristorante. Domenica sera era in corso anche un banchetto di una cresima, nel locale c’erano dei bambini e ho ritenuto offensivo per me e per gli altri avventori che venisse esposto un seno in pubblico". "Il trattamento che ho ricevuto è inqualificabile – ha concluso Michela Forlan – se ne sono accorti anche altri clienti del locale che mi hanno testimoniato la loro solidarietà". Un episodio che farà discutere, su cui è intervenuta anche Carla Scarsi, rappresentante italiana di “La Leche League”, associazione mondiale di volontariato per il sostegno alle mamme nell’allattamento: "Ci uniamo allo sbalordimento della mamma nell'apprendere come ancora oggi, in un paese come l'Italia, un'azione così spontanea e naturale sia stata gravemente discriminata e definita "atto osceno". In particolare vorremmo ricordare che anche il Ministero della salute si è impegnato a promuovere, mediante apposite iniziative di comunicazione, l'allattamento al seno, anche al fine di evitare forme di discriminazione nei confronti della donna che allatta, soprattutto nei luoghi pubblici. È doloroso apprendere come la nutrizione naturale del bambino da parte della sua mamma sia ancora visto come qualcosa di sporco e sudicio, da nascondere".

1 commento:

Altra Tradate ha detto...

la intolleranza è oramai una situazione terribile, per un paese come il nostro che è sempre stato bacchettone, ma tollerante. Merito della nuova cultura che dà contro a ogni diversità, siano fisiche, razziali o altro. Mio Dio!