...

giovedì 15 maggio 2008

Si può "battere" a Lonate Pozzolo. Parola del Tar

LONATE POZZOLO Può prostituirsi purché in strada ci vada vestita o, per meglio dire, meno nuda del solito. E’ questo, in buona sostanza, quando disposto dal Tar che ha reintegrato nel suo posto di lavoro, il marciapiede, una giovane lucciola rumena, annullando il foglio di via obbligatorio emesso nei suoi confronti. Per il Tribunale amministrativo della Lombardia non sussistono, infatti, i presupposti di sicurezza e ordine pubblico che avevano indotto il Questore di Varese ad allontanarla, per almeno tre anni, dal territorio di Lonate Pozzolo e dal marciapiede dove si procacciava clienti. La ragazza ha così potuto riprendere regolarmente la sua attività. Ma con qualche accorgimento in più ora che il giudice le ha dato ragione: dovrà indossare gonne più lunghe e qualche volta persino i pantaloni così da non dare troppo nell'occhio e non distrarre automobilisti e passanti. Si scontrano così contro le sentenze i provvedimenti di allontanamento emessi per arginare l’ondata di squillo arrivate sulle strade del comune alle porte dell’aeroporto di Malpensa. Misure destinate ora a cadere nel vuoto dopo che la giovane, ventuno anni, ha riavuto il permesso di tornare ad “esercitare” in via Vittorio Veneto o dove vorrà sul territorio lonatese. E visto che come lei hanno fatto ricorso al Tar altre due ragazze, sempre rumene, la lotta al degrado e alla prostituzione si annuncia ancor più difficile. Logico, allora, che il pronunciamento del Tar abbia fatto letteralmente infuriare il primo cittadino di Lonate Pozzolo, Piergiulio Gelosa. “Non tanto per il profilo etico, quanto per il risultato che ne scaturisce – spiega -. Ogni giorno mi arrivano proteste che io giro a Prefetto e Questore, ma è a monte che mancano gli strumenti: prostituirsi non è illegale, mentre lo è lo sfruttamento, molto più difficile da individuare e colpire anche se in questo caso è evidente l’organizzazione visto che le tre rumene hanno lo stesso legale e che, aldilà del Ticino, al posto delle ragazze dell’Est Europa si trovano le africane. E’ chiara la divisione in aree e lo sfruttamento ma la legge impone la flagranza. Ma qui serve chiarezza: se la prostituzione è tollerata va governata, se non la si vuole urgono norme chiare per arginarla. Proprio quelle che ora mancano”. Perché a Lonate questa è una piaga esplosa nelle ultime settimane con quasi venti ragazze arrivate ad occupare le vie che si affacciano sul Parco del Ticino. “I cittadini – attacca Gelosa – ora ne hanno piene le scatole. E non so per quanto si potrà tollerare questa situazione. Chi ha “reintegrato” questa ragazza non ha fatto i conti con l’esasperazione di gente per bene che vede le proprie vie trasformarsi in quartieri a luci rosse. In questa situazione diventa difficile anche controllare le reazioni e non posso escludere problemi di ordine pubblico”. Così da Lonate parte un appello al neoministro dell’Interno Roberto Maroni. “Nell’agenda sicurezza – conclude il sindaco - deve trovare spazio, e anche in fretta, il problema della prostituzione. Le forze dell’ordine e i sindaci che quotidianamente si battono per arginare questi fenomeni devono aver il sostegno della legge. Non continui ostacoli che a volte si rivelano insormontabili”.

Nessun commento: