TRADATE La notizia della “casa del malconsumo” di corso Bernacchi, con il suo provocatorio ed esplosivo carico di rifiuti, sta rimbalzando su tutti i principali quotidiani e sulle più importanti emittenti televisive del paese. Insomma, l’iniziativa di Tradate è diventata un caso mediatico su cui, nel bene e nel male, i cittadini tradatesi in queste ore stanno continuando a confrontarsi. L’obbiettivo dichiarato era quello di far discutere e di far riflettere la gente sulla raccolta differenziata e sull’opportunità di impegnarsi affinché questa venga effettuata nel migliore modo possibile. Una provocazione, dunque, quella messa in atto dall’artista Moreno Di Trapani, che ha come scopo quello di scuotere le coscienze dei cittadini e sensibilizzarli ad un consumo più attento.
NEI SACCHI
In queste ore sono stati molti quelli che hanno chiesto se una provocazione così forte con tutti i rischi che si porta appresso serva veramente. Una domanda a cui abbiamo cercato di dare una risposta. Siamo andati nella “casa del malconsumo” assieme all’artista che ha allestito l’installazione. Tra i sacchi raccolti da Econord in un normale giorno di raccolta della plastica, abbiamo prelevato un campione di 5 sacchi, pescati casualmente nel gigantesco mucchio che giace nel cortile del palazzo di corso Bernacchi. Li abbiamo aperti e ne abbiamo analizzato il contenuto e abbiamo scoperto che il risultato dà ragione agli autori dell’iniziativa. Nei sacchi, assieme alla plastica, abbiamo trovato di tutto: dalle lattine in alluminio alla carta, dai contenitori in tetrapak alle batterie, dai pannolini usati a tipi di plastica che non possono essere riciclati. Insomma: la maggior parte dei tradatesi non sa differenziare. Un altro elemento che emerge dall’analisi dei sacchi per la raccolta della plastica è la totale indifferenza di gran parte dei cittadini verso il corretto modo di conferimento: ad esempio gran parte delle vaschette di plastica sono sporche e le bottiglie non sono schiacciate.
UN PO’ DI NUMERI
Elementi che vanno letti anche alla luce dei dati ufficiali della differenziata in città: nel corso del 2007 a Tradate sono state raccolte 10 mila tonnellate di rifiuti, di cui solo poco più del 40% sono stati differenziati. Un risultato decisamente magro, soprattutto se paragonato a quello raggiunto da alcuni comuni limitrofi, che superano già da tempo il 60%. La fetta principale dei rifiuti avviati al riciclaggio è rappresentata da carta e cartone, che sono il 10% del totale, poi vengono gli scarti da giardino (poco più dell’8%), il vetro (poco meno dell’8%), solo dopo ci sono i rifiuti organici che arrivano appena al 5% del totale, quando in altre realtà è proprio questa frazione a fare la vera differenza. Via via vengono il legno, i materiali ferrosi e solo in ultimo la plastica. Insomma, c’è ancora molta strada da fare in questo campo e l’amministrazione comunale sembra averlo capito. È proprio dall’analisi di questi dati che è emersa l’esigenza di fare di più e subito. Qualcosa lo può fare anche il comune, spiegando meglio ai propri cittadini cosa e come differenziare. Spesso districarsi nel mare delle varietà di rifiuto che si producono quotidianamente non è facile. Se non ci sono dubbi su vetro, carta e cartone, qualche perplessità in più la suscita proprio la plastica. Una categoria dietro alla quale si celano decine di varietà differenti e non tutte possono essere riciclate. Una informazione chiara ed inequivocabile in merito aiuterebbe molto.
LE CRITICHE
In molti, dopo la spiegazione, hanno capito la valenza della provocazione, comprendendo che anche singolarmente è possibile fare molto per ridurre la quantità e il volume dei rifiuti prodotti. Chiaramente non sono mancate le critiche all’iniziativa. Critiche che hanno preso di mira i costi, l’igiene e l’utilità della stessa: "Il lavoro è stato realizzato con il patrocinio della Provincia di Varese e del comune di Tradate – spiega il vicesindaco Vito Pipolo, rispondendo alle tante polemiche sollevate in merito al progetto - grazie al contributo delle società Econord, Sogeiva, Work in progress e Realplastic, che hanno permesso di realizzare l’evento a costo zero per il contribuente". Sulla pericolosità dell’installazione purtroppo ci si deve affidare al buon senso dei tradatesi, anche se già lo scorso sabato notte dei ragazzi si sono messi a giocare con le transenne con cui è delimitata l’area, creando intralcio al traffico.
NEI SACCHI
In queste ore sono stati molti quelli che hanno chiesto se una provocazione così forte con tutti i rischi che si porta appresso serva veramente. Una domanda a cui abbiamo cercato di dare una risposta. Siamo andati nella “casa del malconsumo” assieme all’artista che ha allestito l’installazione. Tra i sacchi raccolti da Econord in un normale giorno di raccolta della plastica, abbiamo prelevato un campione di 5 sacchi, pescati casualmente nel gigantesco mucchio che giace nel cortile del palazzo di corso Bernacchi. Li abbiamo aperti e ne abbiamo analizzato il contenuto e abbiamo scoperto che il risultato dà ragione agli autori dell’iniziativa. Nei sacchi, assieme alla plastica, abbiamo trovato di tutto: dalle lattine in alluminio alla carta, dai contenitori in tetrapak alle batterie, dai pannolini usati a tipi di plastica che non possono essere riciclati. Insomma: la maggior parte dei tradatesi non sa differenziare. Un altro elemento che emerge dall’analisi dei sacchi per la raccolta della plastica è la totale indifferenza di gran parte dei cittadini verso il corretto modo di conferimento: ad esempio gran parte delle vaschette di plastica sono sporche e le bottiglie non sono schiacciate.
UN PO’ DI NUMERI
Elementi che vanno letti anche alla luce dei dati ufficiali della differenziata in città: nel corso del 2007 a Tradate sono state raccolte 10 mila tonnellate di rifiuti, di cui solo poco più del 40% sono stati differenziati. Un risultato decisamente magro, soprattutto se paragonato a quello raggiunto da alcuni comuni limitrofi, che superano già da tempo il 60%. La fetta principale dei rifiuti avviati al riciclaggio è rappresentata da carta e cartone, che sono il 10% del totale, poi vengono gli scarti da giardino (poco più dell’8%), il vetro (poco meno dell’8%), solo dopo ci sono i rifiuti organici che arrivano appena al 5% del totale, quando in altre realtà è proprio questa frazione a fare la vera differenza. Via via vengono il legno, i materiali ferrosi e solo in ultimo la plastica. Insomma, c’è ancora molta strada da fare in questo campo e l’amministrazione comunale sembra averlo capito. È proprio dall’analisi di questi dati che è emersa l’esigenza di fare di più e subito. Qualcosa lo può fare anche il comune, spiegando meglio ai propri cittadini cosa e come differenziare. Spesso districarsi nel mare delle varietà di rifiuto che si producono quotidianamente non è facile. Se non ci sono dubbi su vetro, carta e cartone, qualche perplessità in più la suscita proprio la plastica. Una categoria dietro alla quale si celano decine di varietà differenti e non tutte possono essere riciclate. Una informazione chiara ed inequivocabile in merito aiuterebbe molto.
LE CRITICHE
In molti, dopo la spiegazione, hanno capito la valenza della provocazione, comprendendo che anche singolarmente è possibile fare molto per ridurre la quantità e il volume dei rifiuti prodotti. Chiaramente non sono mancate le critiche all’iniziativa. Critiche che hanno preso di mira i costi, l’igiene e l’utilità della stessa: "Il lavoro è stato realizzato con il patrocinio della Provincia di Varese e del comune di Tradate – spiega il vicesindaco Vito Pipolo, rispondendo alle tante polemiche sollevate in merito al progetto - grazie al contributo delle società Econord, Sogeiva, Work in progress e Realplastic, che hanno permesso di realizzare l’evento a costo zero per il contribuente". Sulla pericolosità dell’installazione purtroppo ci si deve affidare al buon senso dei tradatesi, anche se già lo scorso sabato notte dei ragazzi si sono messi a giocare con le transenne con cui è delimitata l’area, creando intralcio al traffico.
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