LONATE CEPPINO/CAIRATE Ieri mattina il corpo senza vita di Klaudia Metaj galleggiava nel fiume Olona, impigliato in un cespuglio di rovi. Il marito lo ha trovato poco dopo le 7, dopo una notte intera di ricerche. Lei è una giovane donna albanese di 23 anni di cui si erano perse le tracce lunedì pomeriggio. Edi, il marito, non vedendola rincasare ha allertato i carabinieri della tenenza di Tradate già nel tardo pomeriggio del 9 febbraio e, a partire dalla serata sono iniziate le ricerche a cui hanno partecipato anche amici e parenti della vittima. È stata battuta tutta la zona della Valle Olona, tra Lonate e Castelseprio, senza tuttavia ottenere alcun risultato. Le ricerche sono riprese nella mattinata di ieri e poco dopo il corpo è stato trovato nell’Olona, sottratto alla forza della corrente da un cespuglio di rovi. Da Fagnano e Tradate sono arrivati i carabinieri delle compagnie di Busto Arsizio e di Saronno, oltre ad una squadra di sommozzatori dei vigili del fuoco. Per tutta la mattinata gli uomini dell’Arma sono rimasti sul posto per cercare di trovare elementi utili a chiarire i contorni di una vicenda che presenta ancora diversi lati oscuri.
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Sul corpo della donna non sono stati trovati segni evidenti di violenza, elemento che al momento farebbe escludere qualunque ipotesi delittuosa, anche se si dovrà attendere l’esito dell’autopsia (prevista per oggi) per determinare le reali cause del decesso. Gli inquirenti escludono anche l’ipotesi del suicidio, non ci sono infatti circostanze che possano far pensare ad un gesto estremo. La donna viveva con il marito e la figlioletta di due anni in una casa di via Bestetti a Lonate Ceppino, paese dove risiedeva da diversi anni e dove conduceva la pizzeria d’asporto (la pizzeria Millennium in via IV novembre). Al momento, dunque, l’ipotesi più accreditata resta quella dell’incidente. Stando ad una prima sommaria ricostruzione dei fatti Klaudia sarebbe uscita di casa in sella alla propria bicicletta, come era solita fare abitualmente. Si pensa possa aver fatto lo stesso giro che compiva quasi ogni giorno: giù, lungo la via Bestetti, verso la via Molino Lepori (in fondo valle) e, proprio lì sarebbe finita accidentalmente nel fiume, cadendo dal ponte sull’Olona dopo aver urtato il guard-rail che funge da parapetto.
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All’appello manca però la bicicletta della donna. Infatti, nonostante gli sforzi operati dai vigili del fuoco, le acque torbide e agitate del fiume Olona non hanno restituito altro che il corpo della ragazza. Il mezzo non è stato trovato nemmeno nei boschi circostanti. Si tratta di un dettaglio non indifferente che potrebbe dare una svolta significativa a questo giallo, chiarendo in via definitiva il dubbio che in molti si pongono in queste ore: "Klaudia nel fiume ci è finita da sola o dopo essersi scontrata con una macchina?". Una domanda a cui si potrà rispondere in maniera precisa solo dopo aver trovato ed esaminato attentamente tutti gli elementi di questa tragedia, compresa la bici. Secondo gli inquirenti sul passamano e sul guard-rail ci sono dei segni che potrebbero essere compatibili con l’urto del manubrio, difficile però credere che la bicicletta abbia scavalcato la barriera e sia finita nel fiume.
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La giovane vittima era conosciuta in paese, assieme al marito gestiva la pizzeria d’asporto in via IV novembre. "Hanno sempre la fila fuori dal negozio – conferma il signor Battista, un vicino di casa della famiglia albanese -, mi dispiace veramente tanto. Era una brava persona, come sono tutte brave persone anche il marito e la loro famiglia. La vedevo spesso in giro in bicicletta o con il passeggino, non posso credere che una ragazza così giovane abbia fatto una fine così tremenda, senza contare il mistero di questa bicicletta".
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"Non ci sono parole, Klaudia non c’è più e basta. Era una ragazza buona, non può essere successo veramente. Aveva una bambina così piccola, non possiamo credere che sia successo davvero". Fuori dall’abitazione al civico 11 di via Bestetti si è formato un capannello di amici e parenti di Klaudia Metaj, la giovane trovata morta nell’Olona ieri mattina. Sono quasi tutti albanesi e sono arrivati da tutta Italia, per stare vicino a Edi e alla figlioletta, nel momento del dolore e dell’incomprensione. In via Bestetti, oltre ai visi segnati dalla disperazione, tra le lacrime e gli abbracci, c’è posto anche per il dubbio: "Ci sono tanti dubbi – dicono le zie e le cugine raccolte fuori dall’uscio di casa -, dove è finita la bicicletta? Non c’è nessun segno di strada, la bicicletta è uscita da qui e non si può mettere in tasca. Se una bicicletta sbatte contro il guardrail non può scavalcarlo. Una bicicletta non può sparire nel nulla". E via supponendo: "Quando è successo erano più o meno le tre di pomeriggio – continuano -, ieri era una bella giornata, possibile che nessuno abbia visto? Gente che gira con i cani, le persone che lavorano lì, ci sono sempre macchine, c’è passaggio continuo, di fronte c’è anche un bar. Non credo che nessuno abbia visto". Insomma, poche parole per chiedere chiarezza: "Le disgrazie succedono e fanno parte della vita, ma le biciclette non spariscono nel nulla. Allora aiutateci a comprendere cosa è successo alla nostra Klaudia. Se qualcuno ha visto la bicicletta, se qualcuno ha notato qualcosa di strano, lo faccia sapere. Ci sembra tutto così strano".
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Sul corpo della donna non sono stati trovati segni evidenti di violenza, elemento che al momento farebbe escludere qualunque ipotesi delittuosa, anche se si dovrà attendere l’esito dell’autopsia (prevista per oggi) per determinare le reali cause del decesso. Gli inquirenti escludono anche l’ipotesi del suicidio, non ci sono infatti circostanze che possano far pensare ad un gesto estremo. La donna viveva con il marito e la figlioletta di due anni in una casa di via Bestetti a Lonate Ceppino, paese dove risiedeva da diversi anni e dove conduceva la pizzeria d’asporto (la pizzeria Millennium in via IV novembre). Al momento, dunque, l’ipotesi più accreditata resta quella dell’incidente. Stando ad una prima sommaria ricostruzione dei fatti Klaudia sarebbe uscita di casa in sella alla propria bicicletta, come era solita fare abitualmente. Si pensa possa aver fatto lo stesso giro che compiva quasi ogni giorno: giù, lungo la via Bestetti, verso la via Molino Lepori (in fondo valle) e, proprio lì sarebbe finita accidentalmente nel fiume, cadendo dal ponte sull’Olona dopo aver urtato il guard-rail che funge da parapetto.
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All’appello manca però la bicicletta della donna. Infatti, nonostante gli sforzi operati dai vigili del fuoco, le acque torbide e agitate del fiume Olona non hanno restituito altro che il corpo della ragazza. Il mezzo non è stato trovato nemmeno nei boschi circostanti. Si tratta di un dettaglio non indifferente che potrebbe dare una svolta significativa a questo giallo, chiarendo in via definitiva il dubbio che in molti si pongono in queste ore: "Klaudia nel fiume ci è finita da sola o dopo essersi scontrata con una macchina?". Una domanda a cui si potrà rispondere in maniera precisa solo dopo aver trovato ed esaminato attentamente tutti gli elementi di questa tragedia, compresa la bici. Secondo gli inquirenti sul passamano e sul guard-rail ci sono dei segni che potrebbero essere compatibili con l’urto del manubrio, difficile però credere che la bicicletta abbia scavalcato la barriera e sia finita nel fiume.
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La giovane vittima era conosciuta in paese, assieme al marito gestiva la pizzeria d’asporto in via IV novembre. "Hanno sempre la fila fuori dal negozio – conferma il signor Battista, un vicino di casa della famiglia albanese -, mi dispiace veramente tanto. Era una brava persona, come sono tutte brave persone anche il marito e la loro famiglia. La vedevo spesso in giro in bicicletta o con il passeggino, non posso credere che una ragazza così giovane abbia fatto una fine così tremenda, senza contare il mistero di questa bicicletta".
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"Non ci sono parole, Klaudia non c’è più e basta. Era una ragazza buona, non può essere successo veramente. Aveva una bambina così piccola, non possiamo credere che sia successo davvero". Fuori dall’abitazione al civico 11 di via Bestetti si è formato un capannello di amici e parenti di Klaudia Metaj, la giovane trovata morta nell’Olona ieri mattina. Sono quasi tutti albanesi e sono arrivati da tutta Italia, per stare vicino a Edi e alla figlioletta, nel momento del dolore e dell’incomprensione. In via Bestetti, oltre ai visi segnati dalla disperazione, tra le lacrime e gli abbracci, c’è posto anche per il dubbio: "Ci sono tanti dubbi – dicono le zie e le cugine raccolte fuori dall’uscio di casa -, dove è finita la bicicletta? Non c’è nessun segno di strada, la bicicletta è uscita da qui e non si può mettere in tasca. Se una bicicletta sbatte contro il guardrail non può scavalcarlo. Una bicicletta non può sparire nel nulla". E via supponendo: "Quando è successo erano più o meno le tre di pomeriggio – continuano -, ieri era una bella giornata, possibile che nessuno abbia visto? Gente che gira con i cani, le persone che lavorano lì, ci sono sempre macchine, c’è passaggio continuo, di fronte c’è anche un bar. Non credo che nessuno abbia visto". Insomma, poche parole per chiedere chiarezza: "Le disgrazie succedono e fanno parte della vita, ma le biciclette non spariscono nel nulla. Allora aiutateci a comprendere cosa è successo alla nostra Klaudia. Se qualcuno ha visto la bicicletta, se qualcuno ha notato qualcosa di strano, lo faccia sapere. Ci sembra tutto così strano".
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