TRADATE Dopo qualche mese di silenzio a Tradate si torna a parlare di Fornace, il grande intervento edilizio che sta crescendo a passi da gigante alle porte della città e tanto ha animato la scena politica nel corso degli ultimi anni. Che qualcosa si stesse muovendo lo si era capito dalle riunioni di maggioranza che sono state indette sull’argomento. "Incontri conoscitivi di contenuto politico" avevano spiegano nei giorni scorsi i consiglieri, senza scendere nel dettaglio dei contenuti. Ma si sa, le voci girano e nelle piazze come sui blog (vedi altratradate.com, ndr) in questi giorni non si parla d’altro che della richiesta di 2500 metri quadri di vendita alimentare alla Fornace. Quella stessa vendita alimentare che era stata negata o minimizzata in passato. Così ieri il Partito democratico è tornato alla carica: "Da più parti giunge la notizia che un grosso operatore abbia chiesto al sindaco la licenza per 2500 metri quadrati di vendita alimentare alla Fornace, che si aggiungerebbero ai 2500 di non-alimentare già in suo possesso – sostiene Andrea Botta, portavoce del partito -. Se fosse vero e se l’amministrazione concedesse quella licenza alimentare, gli effetti sarebbero dirompenti per il commercio nel centro di Tradate e di Abbiate". Botta ha poi ricordato come uno studio della Regione, stimi che un centro commerciale di quelle dimensioni potrebbe portare nei prossimi anni alla chiusura (o mancata apertura) tra i 20 e i 100 negozi nel comprensorio. "Se è vero che da un lato si creerà occupazione – continua -, dall’altro si darà una stangata ai negozi al dettaglio, con conseguente perdita di posti di lavoro". Il PD torna difendere il piccolo commercio e contro il maxi insediamento di via Monte San Michele: "Chiediamo al Sindaco se le notizie a noi giunte corrispondono al vero – conclude Botta -. Vorremmo anche sapere quali siano le intenzioni della sua amministrazione. Non serve ricordare che, non più tardi di un anno fa Candiani ha rassicurato i commercianti che “la Fornace non avrà più di 600mq di distribuzione alimentare”. Sarà vero?". E davanti a questa presa di posizione il sindaco Stefano Candiani gioca a carte scoperte: "è vero, l’operatore impegnato nella realizzazione della Fornace ha presentato un’osservazione al piano commerciale chiedendo la modifica del limite di area alimentare da 600 a 2500 metri. Non è un mistero, c’è una richiesta ufficiale protocollata – ha spiegato il primo cittadino -. Noi stiamo semplicemente valutando la cosa per capire che posizione prendere. È una scelta difficile, su questo aspetto mi piacerebbe avere il parere dell’opposizione. Se sei mesi fa non avrei avuto dubbi a non concedere alcun permesso, oggi con la crisi che ci sta travolgendo e l’emorragia di posti di lavoro, mi trovo un po’ in difficoltà e mi chiedo se sia responsabile rinunciare a un’opportunità di lavoro sul territorio. Più che dall’apertura di un supermercato sono preoccupato del fatto che quel posto, senza un adeguato traino alimentare, rimanga vuoto".
1 commento:
Ci si preoccupa sempre troppo di ciò che potrebbe succedere, dei piccoli negozi, del traffico, di bla bla e bla...ben venga il centro commerciale, ben vengano posti di lavoro, ben venga tanta gente a spendere! I piccoli negozi, se sapranno offrire prezzi buoni o alta qualità, continueranno a lavorare...altrimeni, Amen..sono leggi di mercato! Lanciamo Tradate come città, non lasciamola paese con i suoi 4 negozietti!
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