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lunedì 8 giugno 2009

Sandy Sindaco. E Viggiù canta Yes...we Cane

VIGGIÙ “Yes… We Cane”. Lo slogan della campagna elettorale si trasforma in realtà e Viggiù festeggia il primo sindaco di colore dell’era repubblicana italiana. E se a riuscire nell’impresa è la candidata del Carroccio il colpo è di quelli destinati a fare rumore. Ad entrare nella storia Sandy Cane, italo afro americana e portacolori della lista Lega – Pdl. 48 anni, con il padre degli States e la madre di Viggiù. Una black and white per dirla alla Barack Obama. Nata a Springfield (Massachusetts) il 28 luglio 1961, divide con Obama anche l’anno di nascita e il segno zodiacale, leone. “E ora sono proprio l’Obama in gonnella – scherza godendosi il risultato – così come mi hanno ribattezzato in campagna elettorale”. Un testa a testa tirato che ha visto primeggiare la lista di Lega e Pdl arrivata a quota 814 voti, il 28,26%. Quanto basta per superare la concorrenza in questo paese di 5000 abitanti al confine con la Svizzera. Dietro di lei, infatti, si sono fermati gli sfidanti: Mauro Filipetto di Vivo il Paese con 775 voti, Gabriella Antonetti di Vivo Viggiù a 744 e Paolo Canzani di Progetto Globale a 547. Dati che, nel pomeriggio di ieri, hanno fatto sorgere in piazza Albinola, cuore pulsante del paese, il sole delle Alpi. Con i tifosi di “Sandy Sindaco” che sono scesi in strada armati di bandiere per acclamare la loro beniamina. “Sono davvero contentissima – sottolinea – ma da domani si inizia a fare sul serio e a lavorare per Viggiù”. Parla come se fosse un normale sindaco. Bisogna ricordarle, infatti, che questa elezione entrerà nella storia. “Si – ammette – è successo qualcosa di veramente importante per l’Italia e per la Lega Nord che mi onoro di rappresentare. E il fatto che il primo sindaco di colore dello stivale sia proprio un’esponente del Carroccio è qualcosa di veramente unico. Tutti i pregiudizi sono respinti al mittente”. Sicurezza, federalismo e rilancio turistico del paese le chiavi del suo successo. Un’impresa che ha sfidato i luoghi comuni, rompendo gli schemi. Partita come idea unica della Lega, strada facendo ha poi incontrato l’appoggio ufficiale del Pdl. Una campagna elettorale incisiva, al grido di “cambiamo il colore al paese” ha fatto il resto. “Hanno premiato la nostra freschezza – sottolinea la neosindaco -, la nostra idea di rinnovamento nel paese dei pompieri è divampato l’incendio mediatico che è bruciato fino al successo. Consacrando l’italoamericana, dalla pelle nera e il cuore verde padania. “Una scommessa che abbiamo voluto fortemente – sottolineano il segretario provinciale della Lega Nord, Stefano Candiani e il responsabile locale Andrea Canazza, artefici di questa candidatura - abbiamo messo la freccia e abbiamo superato gli avversari sulla carta dell’integrazione politica. Questa è la prova che il Carroccio non conosce confini e può davvero arrivare ovunque”. Dopo Obama, dunque Sandy Cane. “Questo è davvero un periodo di svolta – conclude la vincitrice – ed esserne protagonista con la Lega è una senzazione unica”.

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