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mercoledì 10 giugno 2009

A Viggiù il sogno americano diventa realtà. La vittoria di Sandy scolpita nella pietra

VIGGIÙ I primi applausi, come ovvio, sono risuonati a Viggiù. Poi a ruota sono arrivate le telefonate e i complimenti dalla Valle d’Aosta, dove ha lavorato come direttrice d’albergo, e dagli Stati Uniti dove è nata. Tutti commossi perché Sandy Cane ce l’ha fatta. Merito suo, della Lega e del Pdl, e dei tanti viggiutesi che hanno puntato su di lei facendola entrare nella storia come la prima donna sindaco italo – afro – americana della Repubblica italiana. Un sogno realizzato che ha fatto il giro del mondo. “To my family and friends in the States and around the world: I am the new major of Viggiù. Thanks for your support”. Così in inglese, dalla sua pagina di facebook Sandy Cane, 48 anni, nata a Springfield (Massachusetts) il 28 luglio 1961, ha voluto commentare l’elezione. “Perché io e la mia squadra abbiamo dimostrato – sottolinea – che il cambiamento è possibile. Che uno slogan come “Yes, we can” può valere anche in Valceresio e a Viggiù”. Come darle torto. Impossibile. Anche perché c’è un filo di storia intrecciato dietro a questa elezione. Quasi una favola a lieto fine. Cominciata nel periodo della seconda guerra mondiale e conclusasi all’inizio di questo nuovo millennio. Per un risultato, che come si usa a Viggiù, resterà scolpito nella pietra. Quella stessa pietra che i suoi nonni lavoravano come tanti altri “Picasass” viggiutesi emigrati in giro per il mondo. I suoi nonni materni, infatti, creavano dall’arenaria i monumenti funebri nel nord della Francia. E proprio lì la madre del nuovo sindaco, Maria Angela Bernasconi scomparsa due anni orsono, ha conosciuto il padre, un soldato americano di colore sbarcato in Europa per combattere i nazifascisti. “Si sono innamorati – spiega - e alla fine del conflitto si sono sposati e trasferiti”. Prima in Germania e poi negli Usa a Springfield. “Ma il legame con il suo paese d’origine non si è mai dissolto – racconta -. Sui documenti di mia madre c’era scritto: “Born in Viggiù”, non “in Italy”: come se qualcuno in Usa sapesse dove si trovi questo borgo di 5mila anime. Io ci venivo d’estate, verde e giochi nei boschi: per me è stato il paradiso. E quando i miei hanno divorziato, all’età di 10 anni sono tornata a casa con mia madre”. E ora che l’impresa è riuscita si pensa già al lavoro. Con la squadra in via di definizione e una certezza sul vicesindaco: Antonio Banfi, 25 anni, e volto nuovo del Pdl in Valceresio. “L’intenzione è quella di metterci immediatamente a lavorare – chiarisce Sandy Cane – per migliorare l’aspetto del paese. Più pulizia, più sicurezza, recupero del centro storico e iniziare già da questa estate il rilancio turistico”. Approfittando del federalismo e della storia del nostro paese. Paese di scultori, artisti e da ieri anche del primo sindaco di colore d’Italia. L’Obama della Lega. E non è un caso. “Perché – conclude Sandy Cane – proprio nel nostro museo “Enrico Butti” conserviamo il calco originale della sua statua di Alberto da Giussano: simbolo del Carroccio, e ora un po’ anche di Viggiù”.

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