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sabato 10 maggio 2008

Dall'Anpi una lettera aperta contro il fascismo

ARCISATE Dopo gli incendi, gli attacchi vandalici, le minacce e gli oltraggi al 25 aprile, Festa della Liberazione, l’Anpi della Valceresio si rivolge direttamente al sindaco di Arcisate, Giancarlo Gariboldi. E lo fa, con una lettera aperta, per esprimere tutte la sua preoccupazione per le ondate di intolleranza e aggressione subite nelle ultime settimane. “Questi sono episodi di inequivocabile propaganda neofascista e neonazista – si legge nella missiva firmata dalla sezione di Arcisate dell’Anpi - per i quali il nostro paese è divenuto tristemente famoso, non sono semplicemente il segno di un vandalismo dilagante, come lei ha avuto modo di dichiarare recentemente. Noi riteniamo siano invece uno dei segni della cultura di estrema destra alla quale le Istituzioni del nostro territorio non pongono attenzione e non mettono freno”. Un allarme impellente, dunque, che merita attenzione. Ma non solo. “Nel suo discorso pubblico – continuano dall’Anpi rivolgendosi al primo cittadino - in occasione dell’ultima Festa della Liberazione, dopo che i ragazzi delle scuole avevano portato una meravigliosa testimonianza di senso civico e di conoscenza dei valori della nostra Costituzione, ha concluso il suo intervento senza mai pronunciare le parole Resistenza o Partigiani e senza nemmeno citare quella Costituzione sulla quale ha giurato. Ma celebrare l’anniversario della Liberazione parlando d’altro, a nostro modo di vedere, dimostra una scarsa attenzione verso i temi della cultura democratica”. Servono invece prese di posizione nette e precise, secondo l’Anpi. “Non bastano le sue dichiarazioni di circostanza – concludono i rappresentanti e gli ex partigiani della sezione arcisatese - quando da mesi proprio ad Arcisate l’Anpi è oggetto di continui atti di teppismo neofascista, per i quali lei finora non ha ritenuto necessario esprimere personalmente e a nome dell’amministrazione il benché minimo cenno di solidarietà. Per questo abbiamo deciso di dare forma pubblica a questa comunicazione perché pubblico è l’insulto che, senza sosta, viene rivolto alla nostra sede ed ai valori che diedero vita alla Costituzione nata dalla Resistenza”.

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