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venerdì 2 maggio 2008

Malpensa: casa delocalizzata, casa occupata

MALPENSA Le case delocalizzate di Malpensa diventano preda di immigrati e clandestini. A far scoppiare il caso dell’occupazione abusiva degli immobili abbandonati, perché troppo vicini al sedime aeroportuale, è stata un’operazione dei carabinieri di Busto Arsizio a Lonate Pozzolo. Lì, in via Moncucco, hanno scoperchiato una situazione a rischio, che gli amministratori locali hanno più volte sollevato. Dopo una serie di verifiche in alcune abitazioni, di proprietà della Regione Lombardia e affidate per la manutenzione all’Aler (Azienda lombarda edilizia residenziale) i militari hanno scoperto cinque cittadini stranieri che avevano occupato abusivamente un immobile. Gli stranieri denunciati sono tre clandestini e due regolari originari del Marocco, di età compresa tra i 25 ed i 30 anni, mentre in manette è finito un marocchino di 29 anni che non ha ottemperato all’ordine di espulsione emesso dal Questore di Bergamo nel 2007: si trovava nella casa di un connazionale regolare in piazza Santa Maria a Lonate. Un blitz che però ha portato alla luce solo una fetta del fenomeno: con furti e intrusioni all’ordine del giorno passando per l’occupazione abusiva. Perchè le case, troppo vicine allo scalo di Malpensa per essere abitate (in base ai flussi di rumore e inquinamento), sono state acquisite negli anni scorsi dalla Regione Lombardia dopo il trasferimento dei residenti in altri immobili. Ora però sono chiuse da tempo, con gli ingressi murati e i lucchetti ai cancelli, sono diventate una terra di nessuno per immigrati e, soprattutto, clandestini. Palazzi fantasma trasformati in comodi rifugi. Del resto le famiglie delocalizzate sono state 150 e le domande giacenti per il secondo bando sono: numeri che danno l’idea degli immobili potenzialmente nel mirino. Così a Case Nuove (la località di Somma Lombardo dove sono state già state delocalizzate una sessantina di abitazioni) la normalità parla di lucchetti divelti, muri abbattuti, cancelli forzati. Danni a cui si aggiungono i furti sistematici di rame: pluviali, componenti di arredo e recinzioni. Casi in cresciti che preoccupano e non poco i sindaci dei comuni interessati: Lonate Pozzolo, Somma Lombardo e Ferno. “Negli anni abbiamo fatto interventi, sollecitato l’attenzione della popolazione e delle forze dell’ordine, sollevato le antenne per un rischio concreto per la sicurezza. Chiediamo – evidenziano all’unisono i sindaci - che la Regione coinvolga il Comune nelle scelte, che decida cosa fare di quegli immobili".

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