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venerdì 2 maggio 2008

Morte e sangue. Una maledetta domenica/1

VIGGIÙ (VA) Morte e sangue sulla festa del paese. Con la giovane vita di una tredicenne stroncata per sempre e un altro giovanissimo ora ricoverato in ospedale a Varese in condizioni disperate. Un dramma che ha coinvolto altre 12 persone, perlopiù giovanissimi della zona. A causare la tragedia un’auto impazzita piombata su di loro. Falciati in pieno sul marciapiede di viale Varese. Questo, secondo la prima ricostruzione, il dramma che si è consumato ieri pomeriggio, poco prima delle 17.30 a Viggiù, piccolo paese dell’Alto Varesotto al confine con la Svizzera. Sono state le urla dei feriti, tutti giovanissimi, e le loro richieste di aiuto a squarciare il pomeriggio di gioia inscenata per la tradizionale festa di Sant’Antonio della frazione di Baraggia. Un inferno divampato all’improvviso quando, lungo viale Varese, la direttrice principale del paese, un’auto priva di controllo, forse per lo scoppio di un pneumatico, ha letteralmente falciato un gruppo di giovani che dalle bancarelle allestite nel cuore di Baraggia stava spostandosi verso una caffetteria. L’Opel Meriva, guidata da un 52enne italiano li ha travolti in pieno. Schiacciandoli tra la sua carrozzeria e la recinzione di una villa. Colpendoli e uccidendo sul colpo Alessia Apollonia, 14 anni. Per lei non c’è stato più nulla da fare. Nonostante la rapidità dei soccorsi. Un via vai continuo di ambulanze e automedica. Troppo gravi le ferite riportate dopo essere stata travolta in pieno. Così ai paramedici del 118 giunti sul posto non è rimasto altro da fare che constatarne il decesso. Parallelamente è scattata la corsa ai nosocomi di Varese e Tradate, dove sono stati dirottati i dodici feriti. La gran parte di loro giovanissimi, dalla festa di Sant’Antonio si stavano spostando ad un bar nelle vicinanze. Sul marciapiede. Per concludere in serenità una giornata di festa. Ma così non è stato. Un altro ragazzo, di 15 anni, è infatti in condizioni disperate. In lotta tra la vita e la morte. Gli altri, invece, seppur in condizioni critiche non dovrebbero essere in pericolo di vita. A salvarsi, miracolosamente senza quasi riportare un graffio, anche una bimba di 2 anni. Protetta, con ogni probabilità, da chi la teneva in braccio. A dare l’allarme è stato lo stesso automobilista, un uomo della zona che viaggiava con la moglie di 46 anni. Mentre dalle abitazioni vicine e dai testimoni sono partite a loro volte le chiamate alle forze di soccorso. Così fino oltre alle 21 la direttrice stradale è rimasta inibita al traffico per i soccorsi, i rilievi di rito e la rimozione dell’auto della morte. “Ho sentito un boato incredibile”, racconta Dante Schiavon, pensionato e il primo ad intervenire. Contro la sua recinzione la Meriva ha terminato la sua corsa dopo aver falciato i ragazzi. “Sono uscito di corsa da casa e ho visto l’inferno – ha ricordato - . Sangue, urla, disperazione. Mai visto una cosa del genere”. Parole ripetuta senza darsi una spiegazione di un inferno in cui il piccolo comune è stato catapultato. Con le auto dei carabinieri e della polizia locale di Viggiù a delimitare l’area e una folla di gente ansiosa di notizie. Di spiegazioni. Capannelli di ragazzi in ansia per i loro amici e i genitori della vittima accasciati davanti al corpo della figlia. Urla di disperazione. “Perché, perché proprio a te”. Domande ripetute con ossessione ma senza risposta se non la solidarietà dei presenti. Primo fra tutti, Federico Rizzi, il sindaco. Anche lui senza parole e ansioso di capire come un pomeriggio spensierato possa essere catapultato in un incubo. Le stesse domande della folla, cresciuta parallelamente al delinearsi del dramma. “Qui le auto corrono troppo – hanno sottolineato in continuazione i viggiutesi – ma una cosa del genere è inspiegabile. Una tragedia incredibile. Non è possibile. Davvero”. A questi interrogativi saranno ora le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura della Repubblica di Varese che ha aperto un fascicolo, come da prassi, a dover dare una risposta. A loro spetterà, dopo aver sentito anche il 52enne che con la sua auto è piombato sul marciapiede e la folla, ricostruire con precisione la dinamica dell’investimento. E accertarne le responsabilità. Questo chiede la gente di Viggiù. "Che sia fatta chiarezza al più presto perchè - hanno spiegato - non è possibile morire schiacciati da un'auto su un marciapiede. Soprattutto a soli 14 anni".
[LIBERO, 21 gennaio 2008]

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