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venerdì 2 maggio 2008

Morte e sangue. Una maledetta domenica/2

VIGGIÙ (VA) Si cerca un perché, con l’ingombrante sospetto di una tragedia evitabile. Dopo il terribile incidente avvenuto domenica a Baraggia di Viggiù con un auto impazzita piombata sulla folla che ha causato la morte di una ragazzina di 14 anni e il ferimento di 13 persone, è l'intero paese a chiedere che si faccia luce su quegli istanti. Il tutto con più di un dubbio sull’eventualità che questa disgrazia potesse essere scongiurata. Già, perché i precedenti automobilistici di Salvatore Arnone, il 52enne residente a Viggiù che era alla guida della Opel Meriva con a bordo anche la moglie 45enne, che ha ucciso travolgendola Alessia Apollonia, stando a quanto emerso nelle ultime ore, sono tutt’altro che immacolati. Nel suo passato, infatti, ci sono l’investimento di una persona ad Induno Olona, datato 2004 con conseguente sospensione della patente, e sicuramente una spaventosa carambola, sempre ad Induno, lo scorso 7 dicembre. All’alba di quel venerdì mattina, la sua auto impazzita, aveva seminato danni per oltre cento metri del cuore della cittadina dell’Alto Varesotto, prima di schiantarsi contro la vetrina della cartoleria di via Porro. “Solo per un miracolo – ricorda ora Alessandra Piazzon, l’edicolante – non c’erano state vittime. Ma è assurdo, per me che ho visto la morte in faccia, avergli consentito di guidare ancora. Spero si faccia chiarezza e per questo sono a disposizione della magistratura”. Allora la sorte aveva sorriso ai passanti e a clienti. L’incidente causato, stando a quanto riferito dal 52enne, da un improvviso malore, si era risolto solo con ingenti danni materiali. Al contrario di quanto accaduto a Baraggia di Viggiù. Lì, la sua auto impazzita, intorno alle 17.30. ha falciato Alessia Apollonia, uccidendola sul colpo. E ha ridotto in fin di vita Anacleto Pagliaro, 16 anni. Il ragazzo Viggiù, il più grave fra i tredici feriti, è ancora ricoverato in prognosi riservata al Circolo di Varese. E’ in coma farmacologico, ma i parametri vitali sono stabili. “Tutti preghiamo per lui – sottolinea il sindaco di Viggiù, Federico Rizzi – perché possa farcela”. Sul fronte delle indagini, intanto, la Procura di Varese ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Il 52 enne che era alla guida della Opel Meriva è indagato a piede libero. L'uomo è stato ascoltato dal sostituto procuratore titolare dell'indagine, Agostino Abate. Secondo quanto ha riferito anche ai carabinieri da tempo soffriva di epilessia e assumeva dei farmaci. Ancora un malore dunque. Ma questa volta di mezzo c’è la vita cancellata per sempre di una ragazzina di soli 14 anni. Per questo verranno disposte tutte le perizie del caso, con ogni probabilità una tecnica sul veicolo e una medica sul conducente che è stato ricoverato in ospedale. Secondo gli inquirenti bisognerà accertare se i farmaci fossero compatibili con la guida ed eventualmente per quale motivo non vi fossero limitazioni alla patente visti i precedenti. I carabinieri di Viggiù e di Varese, che ieri mattina hanno effettuato l'ennesimo sopralluogo in viale Varese, non trascurano però altre ipotesi, compresa quella, seppur remota, del guasto tecnico al veicolo che è stato posto sotto sequestro. Secondo la loro ricostruzione la Opel Meriva proprio mentre percorreva la direttrice ha improvvisamente ha sbandato salendo sul marciapiede con due ruote e continuando la corsa per circa trenta metri colpendo tutte le persone trovate sul tragitto e finendo poi contro un palo della luce. Questo dopo aver seminato sangue, feriti e morte. E un interrogativo a cui ora Viggiù pretende risposte: "Perchè quest'uomo poteva ancora guidare?".
[LIBERO, 22 gennaio 2008]

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