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lunedì 9 giugno 2008

"Croce rubata? è colpa della società"

GORNATE OLONA A Gornate Olona le casse della festa metal hanno smesso di pulsare già da qualche ora, le Harley Davidson hanno lasciato il centro del paese e i giovani sono tornati a vestire abiti variopinti. Così la notizia dell’arresto di due ladri sacrileghi sorpresi dai carabinieri a rubare una grossa croce di cemento nel piccolo cimitero di Torba, ha preso a circolare in paese. Se ne parla al bar e per strada, dove il suono stridulo delle chitarre elettriche e il ritmo assordante delle batterie ha lasciato il posto al brusio dei commenti e delle polemiche. "Si, ho sentito – commenta il signor Giovanni -, non c’è più timore di Dio" o, ancora, una giovane donna si rallegra del fatto che i responsabili del gesto siano stati arrestati: "Son cose che non dovrebbero succedere, meno male che li hanno presi". In un primo momento si pensava che i due giovani arrestati, poco più che ventenni, fossero originari della zona. È emerso invece che sono residenti l’uno a Carate Brianza e l’altro a Lurate Caccivio, addirittura fuori provincia. Un dato utile per la cronaca, ma che poco cambia la sostanza dei fatti: una coppia di ragazzi, spinti da chissà quale motivazione, ha deciso di scavalcare il muro di cinta di un piccolo cimitero, sentendosi addirittura autorizzati a violarne l’integrità, andando così incontro a guai seri con la giustizia. Lo stesso cimitero era stato ferito già alcuni anni fa, quando in un’incursione notturna dei vandali avevano profanato il camposanto, spaccando le lapidi e rovesciando i vasi di fiori. Di quell’episodio nel piccolo cimitero, che conta una trentina di tombe al massimo, si possono ancora trovare tracce evidenti. Molte lapidi infatti non sono state mai sostituite, parecchie sono vecchie di quasi cent’anni, qualcuna aveva passato indenne anche la seconda guerra mondiale e il destino ha voluto che soccombesse sotto i colpi inferti dai perditempo del nuovo millennio. In ogni caso il commento più significativo è quello che ci ha voluto rilasciare il parroco del paese, don Ruggero Selva, impegnato nel primo giorno di oratorio estivo con i ragazzi della piccola comunità di Gornate Olona: "Certo, ci scandalizziamo davanti a questi episodi e ne restiamo fortemente colpiti e amareggiati – dice -. Sicuramente non si tratta di persone di Gornate, la nostra è una comunità molto rispettosa delle cose sacre. Non mi meraviglio però davanti a questi fattacci: quando il Signore è tolto dal cuore è facile perdersi nell’inseguire i maestri di mediocrità, proposti magari dalla televisione". Don Ruggiero non è però un uomo dall’indignazione facile, quella espressa sull’onda della cronaca, e parla con la schiettezza di chi sa il fatto suo, andando dritto a valori più profondi: "La cosa che mi colpisce maggiormente non è tanto il furto di una croce – dice -, ma proprio il fatto che il Cristo sia stato tolto dal cuore della gente, sono triste perché abbiamo lasciato che ciò accadesse. Ormai siamo un popolo malato di curiosità e finte indignazioni. Oggi a Gornate si parlava di quell’episodio e la gente si chiedeva “chi è ca l’è quel lì?”, nessuno è riuscito ad interrogarsi sul vuoto che sta alla base di questi comportamenti, diventando vittime dello stesso male. Di fronte a questa situazione sento la necessità di tornare a promuovere valori come la lealtà e la solidarietà umana, tanto più se siamo cristiani". Il parroco non ha risparmiato nessuno nel suo commento: "La colpa di questa situazione è da ricercare un po’ ovunque. Oggi spesso anche la religione è ridotta a un puro formalismo – conclude -. Ci scambiamo segni di pace in chiesa e non siamo in grado di accogliere il prossimo una volta messo il piede in strada. Non serve dire il Padre nostro per essere uomini, bisogna però recuperare i giusti valori e riaprire il nostro cuore al Signore".

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