LEGGIUNO Giallo sulle rive del Maggiore. Il corpo senza vita di un uomo è stato recuperato, infatti, ieri mattina dalle acque del lago nei pressi del porticciolo di Reno, frazione costiera di Leggiuno. Il mistero ha preso corpo verso le dieci di quando un pescatore, dal pontile, ha notato nell’acqua qualcosa che poteva sembrare una persona e così ha avvisato anche il responsabile del cantiere nautico “Costantini” di via Lungo Lago, che delimita proprio l’area del porto turistico. I due si sono così avvicinati alle acque, dove tra la banchina e i frangiflutti sistemati davanti allo scivolo della rimessa, hanno visto confermati tutti i sospetti. Semisommerso dalle acque c’era proprio il corpo di un uomo. Immediato l’allarme lanciato ai carabinieri. Sul posto sono così intervenuti i militari della stazione di Laveno Mombello e quelli del Nucleo operativo della Compagnia di Luino con gli agenti della polizia locale del Medio Verbano. Al lavoro anche i vigili del fuoco di Varese, con tanto di gruppo Saf e sommozzatori. Così sono iniziate le operazioni di recupero con il cadavere che una volta raggiunto è stato trasportato fino allo scivolo del cantiere nautico da dove è stato issato a terra. A perdere la vita, per cause tutt’ora da chiarire, è stato un uomo bianco, di età compresa tra i 30 e i 40 anni, di corporatura robusta. Capelli brizzolati, alto circa 1 metro e 75, è stato ritrovato completamente vestito e può essere restato in acqua dalle 24 alle 72 ore. Ai piedi scarpe sportive, poi jeans e felpa blu scuro. Al polso aveva un orologio Festina, resistente all'acqua, tanto da essere ancora funzionante e per questo inutile a fornire ogni indizio agli inquirenti sul periodo trascorso in acqua. Così come l’anello trovatogli alle dita. Non una fede nuziale, ma uno di quelli alla moda griffato Dolce e Gabbana. Sulla pelle nessun tatuaggio e nemmeno qualche segno particolare. Circostanze che insieme alla totale assenza di documenti ne rendono complicata l’identificazione. Per questo i carabinieri hanno vagliato tutte le segnalazioni di scomparsa dei comuni vicini e dell’area del Verbano. Per il momento però nessuna è compatibile con il ritrovamento. Qualche elemento in più si spera possa essere ricavato dagli accertamenti scientifici: al cadavere sono state prese le impronte da confrontare con quelle disponibili nelle banche dati. Ma il corpo resta, per ora, senza identità. E da chiarire ci sono anche causa e dinamica della morte. “I primi accertamenti medici – chiariscono i militari - non evidenziano segni esteriori di ferite che possano ricondurre il decesso a episodi violenti o alla responsabilità di terze persone”. Così le ipotesi più probabili portano verso l’incidente o il gesto volontario anche per ora siamo solo alle supposizioni. “Sulla vicenda - concludono i militari - restano aperte ancora tutte le piste investigative e le indagini proseguono non solo per l’identificazione del cadavere ma anche per stabilire le circostanze del decesso”. A coordinarle il pubblico ministero Sara Arduini.
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