CASTELVECCANA Turismo sul lago Maggiore, perché no. Ma non in treno. E’ questo, purtroppo, il messaggio implicito che si legge alle fermate delle Ferrovie dello Stato della Linea Novara - Bellinzona: Laveno Mombello, Castelveccana e Porto Valtravaglia. Perché se la stazione è la vetrina di un paese quelle del Verbano non rendono assolutamente giustizia al territorio, alle suoi propositi turistici e soprattutto alle sue bellezze.
LAVENO MOMBELLO
Il nostro viaggio parte da Laveno Mobello. E le sorprese negative cominciano subito dalla porta d’ingresso del vecchio edificio che ospita la fermata della linea ferroviaria. Un cartello scritto a pennarello, appeso con del nastro adesivo ci informa che “per i biglietti è necessario rivolgersi all’edicola a 100 metri”. Non c’è modo migliore per iniziare, soprattutto per un turista, magari straniero che non conosce l’italiano e non sa nemmeno in quale direzione annaspare alla ricerca del tagliando di viaggio. Come se non bastasse, appena superata la banchina l’erba cresce incolta, offrendo tutto fuorché le immagini di cura e attenzione ai particolari che spesso riescono a fare l’indifferenza. Pesante anche l’influenza della maleducazione umana con graffiti, scritti, e bottiglie gettate dappertutto tranne che ne cestini che accompagna un luogo simbolo come la stazione.
CALDÈ DI CASTELVECCANA
Non ci resta che proseguire in direzione Luino arrivando al vero e proprio “monumento” al degrado ferroviario: la stazione fantasma di Caldè di Castelveccana. Davanti agli occhi ci si presenta il vecchio edificio, completamente murato e sigillato anni orsono. Ormai è un blocco di cemento completamente chiuso, ricoperto da scritte, graffiti e vernice occasionale. Sulle pareti niente che possa identificarlo come fermata di un treno. Nessun cartello con gli orari, nessuna indicazione di biglietteria. Restano solo i cartelli dei servizi igienici, ovviamente inutilizzabili con l’ingresso cementato. Per accorgersi del passaggio del treno non rimane che visionare i binari. E qui anche l’ultima certezza crolla. Se il viaggiatore, infatti, si aspetta di trovare, come in ogni stazione il cartello di avvertimento classico “Vietato attraversa i binari” si sbaglia. C’è ovunque, non a Caldè. Qui è sostituito da due tornelli che sbucano su un passaggio pedonale a raso sui binari accompagnato dalla segnalazione “Assicurarsi che nessun treno sia in vista e attraversare rapidamente”. Un’originalità potenzialmente pericolosa con i ragazzini che giocano sui binari. E se al malcapitato turista venisse in mente di aspettare il suo convoglio la ricetta è semplice: armarsi di santa pazienza, andare a caccia della solita edicola dove acquistare i tagliandi e aspettare. Gli orari di arrivo e partenza sono un optional e l’alternativa è quella di avere fortuna e incontrare qualcuno che possa aiutarvi.
PORTO VALTRAVAGLIA
Le cose migliorano sensibilmente a Porto Valtravaglia, dove negli ultimi anni si è completato il restyling della fermata. Peccato però che al degrado del tempo si siano sostituite immediatamente le mano dei vandali. Vernice spruzzata senza senso nei sottopassi al solo scopo di imbrattare le pareti rinfrescate da poco e vetri rotti probabilmente con dei sassi puntano a vanificare, riuscendoci già in parte, gli sforzi compiuti per rendere decoroso l’edificio e le sue strutture. Così ai viaggiatori non rimane che la rassegnazione: tra abbandono e inciviltà su questa sponda del Verbano avere delle stazioni accoglienti è ancora un miraggio.
LAVENO MOMBELLO
Il nostro viaggio parte da Laveno Mobello. E le sorprese negative cominciano subito dalla porta d’ingresso del vecchio edificio che ospita la fermata della linea ferroviaria. Un cartello scritto a pennarello, appeso con del nastro adesivo ci informa che “per i biglietti è necessario rivolgersi all’edicola a 100 metri”. Non c’è modo migliore per iniziare, soprattutto per un turista, magari straniero che non conosce l’italiano e non sa nemmeno in quale direzione annaspare alla ricerca del tagliando di viaggio. Come se non bastasse, appena superata la banchina l’erba cresce incolta, offrendo tutto fuorché le immagini di cura e attenzione ai particolari che spesso riescono a fare l’indifferenza. Pesante anche l’influenza della maleducazione umana con graffiti, scritti, e bottiglie gettate dappertutto tranne che ne cestini che accompagna un luogo simbolo come la stazione.
CALDÈ DI CASTELVECCANA
Non ci resta che proseguire in direzione Luino arrivando al vero e proprio “monumento” al degrado ferroviario: la stazione fantasma di Caldè di Castelveccana. Davanti agli occhi ci si presenta il vecchio edificio, completamente murato e sigillato anni orsono. Ormai è un blocco di cemento completamente chiuso, ricoperto da scritte, graffiti e vernice occasionale. Sulle pareti niente che possa identificarlo come fermata di un treno. Nessun cartello con gli orari, nessuna indicazione di biglietteria. Restano solo i cartelli dei servizi igienici, ovviamente inutilizzabili con l’ingresso cementato. Per accorgersi del passaggio del treno non rimane che visionare i binari. E qui anche l’ultima certezza crolla. Se il viaggiatore, infatti, si aspetta di trovare, come in ogni stazione il cartello di avvertimento classico “Vietato attraversa i binari” si sbaglia. C’è ovunque, non a Caldè. Qui è sostituito da due tornelli che sbucano su un passaggio pedonale a raso sui binari accompagnato dalla segnalazione “Assicurarsi che nessun treno sia in vista e attraversare rapidamente”. Un’originalità potenzialmente pericolosa con i ragazzini che giocano sui binari. E se al malcapitato turista venisse in mente di aspettare il suo convoglio la ricetta è semplice: armarsi di santa pazienza, andare a caccia della solita edicola dove acquistare i tagliandi e aspettare. Gli orari di arrivo e partenza sono un optional e l’alternativa è quella di avere fortuna e incontrare qualcuno che possa aiutarvi.
PORTO VALTRAVAGLIA
Le cose migliorano sensibilmente a Porto Valtravaglia, dove negli ultimi anni si è completato il restyling della fermata. Peccato però che al degrado del tempo si siano sostituite immediatamente le mano dei vandali. Vernice spruzzata senza senso nei sottopassi al solo scopo di imbrattare le pareti rinfrescate da poco e vetri rotti probabilmente con dei sassi puntano a vanificare, riuscendoci già in parte, gli sforzi compiuti per rendere decoroso l’edificio e le sue strutture. Così ai viaggiatori non rimane che la rassegnazione: tra abbandono e inciviltà su questa sponda del Verbano avere delle stazioni accoglienti è ancora un miraggio.
1 commento:
la stazione di calde' e' indecente, mi domando se il comune di castelveccana non si vergogna a mostrare quella roba ai turisti che vengono a visitare il nostro lago. i muri sono tutti pasticciati, hanno costruito un muro bruttissimo nemmeno lo hanno completato, in piu' c'e' una aiuola piena di sassi e sterpaglie.
VERGOGNA!
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