LEGGIUNO Ha un nome il corpo senza vita restituito lunedì mattina dalle acque del Maggiore che bagnano Reno, la frazione costiera di Leggiuno. A perdere la vita è stato Marcello Simone Tettamanti, 35enne nato a Cittiglio, e ora residente a Laveno Mombello, in via Redaelli. Celibe e incensurato, viveva con la famiglia.
L’IDENTIFICAZIONE
E’ arrivata al primo punto fermo, dunque, la vicenda del ritrovamento del cadavere affiorato dal lago, a pochi metri dal porticciolo turistico di Reno, proprio di fronte al cantiere nautico “Costantini” di via Lungo Lago. Nel tardo pomeriggio di ieri, infatti, la salma del 35enne è stata riconosciuta dai familiari all’Istituto di Medicina Legale dell’Ospedale di Circolo di Varese. L’uomo che si era allontanato dalla sua abitazione alla fine del mese di maggio non aveva più dato notizie di sé anche se nessuno ne aveva denunciato la scomparsa. La sua, del resto, non era stata una sparizione: ai familiari aveva infatti annunciato la volontà di trasferirsi a Milano per cercare un nuovo lavoro. Qualcosa, però, deve essere andato storto e il suo viaggio, per cause che sono ancora al centro dell’indagine, si è concluso nelle acque del lago Maggiore. Si è chiusa così, con il drammatico riconoscimento, l’indagine relativa all’identificazione del corpo ritrovato da Ezio Gillani, pescatore sessant’enne, davanti al porticciolo di Reno. Controlli che avevano portato anche al coinvolgimento della Polizia Cantonale elvetica, dei comandi dei carabinieri di tutto il Verbano e persino della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Gli accertamenti, però, sono tutt’altro che terminati. Restano infatti ancora da chiarire le cause e la dinamica del decesso.
IL GIALLO RIMANE
Per questo, il pubblico ministero di Varese, Sara Arduini, che coordina le indagini affidate ai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Luino e della Stazione di Laveno Mombello, ha disposto l’autopsia. Esame che è in programma per il prossimo giovedì 19 giugno che potrà fugare ogni dubbio su come il corpo di Marcello Simone Tettamanti sia finito nelle acque del lago. I primi accertamenti medici non hanno evidenziato infatti segni esteriori di ferite che possano ricondurre il decesso a episodi violenti o alla responsabilità di terze persone ma tutte le strade rimangono ancora aperte. Questo anche se le ipotesi più probabili rimangono quelle dell’incidente o di un drammatico gesto volontario. “Sulla vicenda - concludono infatti carabinieri - restano per ora aperte ancora tutte le piste investigative e, dopo l’identificazione, le indagini proseguono anche per stabilire le circostanze del decesso”.
L’IDENTIFICAZIONE
E’ arrivata al primo punto fermo, dunque, la vicenda del ritrovamento del cadavere affiorato dal lago, a pochi metri dal porticciolo turistico di Reno, proprio di fronte al cantiere nautico “Costantini” di via Lungo Lago. Nel tardo pomeriggio di ieri, infatti, la salma del 35enne è stata riconosciuta dai familiari all’Istituto di Medicina Legale dell’Ospedale di Circolo di Varese. L’uomo che si era allontanato dalla sua abitazione alla fine del mese di maggio non aveva più dato notizie di sé anche se nessuno ne aveva denunciato la scomparsa. La sua, del resto, non era stata una sparizione: ai familiari aveva infatti annunciato la volontà di trasferirsi a Milano per cercare un nuovo lavoro. Qualcosa, però, deve essere andato storto e il suo viaggio, per cause che sono ancora al centro dell’indagine, si è concluso nelle acque del lago Maggiore. Si è chiusa così, con il drammatico riconoscimento, l’indagine relativa all’identificazione del corpo ritrovato da Ezio Gillani, pescatore sessant’enne, davanti al porticciolo di Reno. Controlli che avevano portato anche al coinvolgimento della Polizia Cantonale elvetica, dei comandi dei carabinieri di tutto il Verbano e persino della trasmissione televisiva “Chi l’ha visto?”. Gli accertamenti, però, sono tutt’altro che terminati. Restano infatti ancora da chiarire le cause e la dinamica del decesso.
IL GIALLO RIMANE
Per questo, il pubblico ministero di Varese, Sara Arduini, che coordina le indagini affidate ai carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Luino e della Stazione di Laveno Mombello, ha disposto l’autopsia. Esame che è in programma per il prossimo giovedì 19 giugno che potrà fugare ogni dubbio su come il corpo di Marcello Simone Tettamanti sia finito nelle acque del lago. I primi accertamenti medici non hanno evidenziato infatti segni esteriori di ferite che possano ricondurre il decesso a episodi violenti o alla responsabilità di terze persone ma tutte le strade rimangono ancora aperte. Questo anche se le ipotesi più probabili rimangono quelle dell’incidente o di un drammatico gesto volontario. “Sulla vicenda - concludono infatti carabinieri - restano per ora aperte ancora tutte le piste investigative e, dopo l’identificazione, le indagini proseguono anche per stabilire le circostanze del decesso”.
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