CARNAGO Carnago, Morazzone e Brunello da lunedì sono senza centro di raccolta rifiuti. I cancelli sono stati sigillati dai Carabinieri del Noe (nucleo operativo ambientale) a seguito del provvedimento firmato dal gip Giuseppe Fazio. La richiesta sarebbe partita dal pm Raffaella Zappatini della procura di Varese che avrebbe ravvisato il reato di violazione del testo unico ambientale. Stando alle dichiarazioni raccolte tra i rappresentanti del Coinger - il consorzio che unisce una ventina di comuni nella gestione della raccolta dei rifiuti - alla base del provvedimento ci sarebbe un vizio di forma, dettato dalla mancanza di alcune autorizzazioni relative allo scarico delle acque piovane dei centri stessi.
Paride Magnoni, direttore del consorzio Coinger, spiega che "le strutture sono tutte impiantisticamente adeguate o, quantomeno, hanno già un progetto di adeguamento entro una data limite, cosa che era prevista dalla normativa di riferimento. Il provvedimento che ci è stato notificato martedì riguarda l’autorizzazione allo scarico delle acque, ed è successivo ad un controllo dei carabinieri del Noe. Attualmente abbiamo tre strutture sotto sequestro e prima di sbilanciarci in qualsiasi valutazione dobbiamo capire cosa viene chiesto al Coinger per ottenere il dissequestro. Abbiamo già contattato dei legali che da domani (giovedì 3 luglio 2008 ndr) ci aiuteranno a comprendere i termini del provvedimento e cosa eventualmente non va nelle autorizzazioni". Insomma, per capire come andranno le cose occorrerà attendere ancora qualche ora. Al momento lo scenario più probabile vede però profilarsi un periodo di forti disagi per gli utenti che si servono delle piattaforme finite sotto sequestro. Le ripercussioni maggiori si sentiranno a Brunello. Qui infatti si trova addirittura un centro di raccolta sovraccomunale, con un bacino di 17 mila abitanti: si tratta infatti di uno dei quattro centri “superiori” che fanno capo al consorzio, uno dei pochi abilitati alla raccolta dei rifiuti speciali, come batterie, olio e rifiuti tecnologici. Per gli utenti le alternative più prossime sono quelle di Solbiate Arno o di Bodio Lomnago, è evidente il disagio a cui verranno sottoposti gli utenti. Se, come probabile, la Procura subordinerà il dissequestro all’esecuzione di lavori di adeguamento, la chiusura dei centri potrebbe durare anche qualche mese. Una pessima notizia per gli amministratori comunali, che si troveranno così a dover far fronte al disagio dei cittadini: "Questa cosa non poteva capitare in un periodo peggiore – continua Magnoni -, è un momento di grande affluenza nei centri di raccolta, come si può immaginare ci sono molti utenti che conferiscono il verde da sfalcio dell’erba o per il taglio delle siepi". Una preoccupazione condivisa dal sindaco di Carnago, Fabrizio Taricco: "La questione è senz’altro pesante, perché crea disagi per i cittadini – spiega – fin da subito stiamo cercando di porre rimedio a questi disagi così come prevede il regolamento del consorzio. I cittadini potranno andare a conferire i propri rifiuti in altri comuni e, a questo proposito, stiamo predisponendo gli opportuni avvisi". Dunque nessuno dovrà tenersi il vecchio frigorifero in cantina o il covone di fieno in giardino, ma è chiaro che la chiusura di tre centri provocherà disagi anche negli altri comuni del consorzio, che dovranno far fronte ad un maggior traffico di utenti, in un periodo già di intensa attività.
Se a Morazzone la situazione appare destinata a risolversi rapidamente, qualche problema in più lo si riscontra a Carnago, dove lo scarico dell’acqua piovana in uscita dal centro di raccolta rifiuti finisce nella rete fognaria, da lì in una roggia e non in un depuratore come dovrebbe essere. Una situazione simile a quella di molti altri comuni del territorio, tuttora sprovvisti di collettamento ad un depuratore, ma che per Carnago potrebbe significare una lunga chiusura del centro di raccolta rifiuti. Stando al racconto dei diretti interessati, la procura di Varese sarebbe arrivata al sequestro dei tre centri di raccolta, sugli sviluppi delle indagini avviate in seguito al sequestro del depuratore di Sant’Antonino di Lonate Pozzolo.
Paride Magnoni, direttore del consorzio Coinger, spiega che "le strutture sono tutte impiantisticamente adeguate o, quantomeno, hanno già un progetto di adeguamento entro una data limite, cosa che era prevista dalla normativa di riferimento. Il provvedimento che ci è stato notificato martedì riguarda l’autorizzazione allo scarico delle acque, ed è successivo ad un controllo dei carabinieri del Noe. Attualmente abbiamo tre strutture sotto sequestro e prima di sbilanciarci in qualsiasi valutazione dobbiamo capire cosa viene chiesto al Coinger per ottenere il dissequestro. Abbiamo già contattato dei legali che da domani (giovedì 3 luglio 2008 ndr) ci aiuteranno a comprendere i termini del provvedimento e cosa eventualmente non va nelle autorizzazioni". Insomma, per capire come andranno le cose occorrerà attendere ancora qualche ora. Al momento lo scenario più probabile vede però profilarsi un periodo di forti disagi per gli utenti che si servono delle piattaforme finite sotto sequestro. Le ripercussioni maggiori si sentiranno a Brunello. Qui infatti si trova addirittura un centro di raccolta sovraccomunale, con un bacino di 17 mila abitanti: si tratta infatti di uno dei quattro centri “superiori” che fanno capo al consorzio, uno dei pochi abilitati alla raccolta dei rifiuti speciali, come batterie, olio e rifiuti tecnologici. Per gli utenti le alternative più prossime sono quelle di Solbiate Arno o di Bodio Lomnago, è evidente il disagio a cui verranno sottoposti gli utenti. Se, come probabile, la Procura subordinerà il dissequestro all’esecuzione di lavori di adeguamento, la chiusura dei centri potrebbe durare anche qualche mese. Una pessima notizia per gli amministratori comunali, che si troveranno così a dover far fronte al disagio dei cittadini: "Questa cosa non poteva capitare in un periodo peggiore – continua Magnoni -, è un momento di grande affluenza nei centri di raccolta, come si può immaginare ci sono molti utenti che conferiscono il verde da sfalcio dell’erba o per il taglio delle siepi". Una preoccupazione condivisa dal sindaco di Carnago, Fabrizio Taricco: "La questione è senz’altro pesante, perché crea disagi per i cittadini – spiega – fin da subito stiamo cercando di porre rimedio a questi disagi così come prevede il regolamento del consorzio. I cittadini potranno andare a conferire i propri rifiuti in altri comuni e, a questo proposito, stiamo predisponendo gli opportuni avvisi". Dunque nessuno dovrà tenersi il vecchio frigorifero in cantina o il covone di fieno in giardino, ma è chiaro che la chiusura di tre centri provocherà disagi anche negli altri comuni del consorzio, che dovranno far fronte ad un maggior traffico di utenti, in un periodo già di intensa attività.
Se a Morazzone la situazione appare destinata a risolversi rapidamente, qualche problema in più lo si riscontra a Carnago, dove lo scarico dell’acqua piovana in uscita dal centro di raccolta rifiuti finisce nella rete fognaria, da lì in una roggia e non in un depuratore come dovrebbe essere. Una situazione simile a quella di molti altri comuni del territorio, tuttora sprovvisti di collettamento ad un depuratore, ma che per Carnago potrebbe significare una lunga chiusura del centro di raccolta rifiuti. Stando al racconto dei diretti interessati, la procura di Varese sarebbe arrivata al sequestro dei tre centri di raccolta, sugli sviluppi delle indagini avviate in seguito al sequestro del depuratore di Sant’Antonino di Lonate Pozzolo.
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