BRINZIO Ora il diverso da fastidio anche se è disegnato su delle sagome di legno. Quello che sembra assurdo è invece l’amara realtà che si è consumata, nei giorni scorsi, a Brinzio. Dove i disegni che raffiguravano bambini di pelle scura, sono stati sbiancati. I vandali, spinti dal movente razziale, hanno volute colpire proprio quelle figure. Le uniche ad essere state “ricolorate”. Così di mezzo ci sono andati i disegni che scuola elementare aveva realizzato, con la collaborazione degli alunni delle medie e dei familiari, e poi posizionato lungo la provinciale che taglia il paese per allertare gli automobilisti, e farli rallentare nei pressi delle scuole. Un messaggio educativo forte, simbolico. Ora macchiato da una provocazione crudele e senza senso. Gli anonimi imbrattatori, e probabilmente anche razzisti, li hanno ripassati di bianco stando bene attenti a lasciare il loro segno xenofobo: hanno dipinto solo la faccia, le manine e i piedini dei bambini. E non di tutti: delle dodici sagome soltanto quattro, quelle che ritraevano i bimbi di colore sono state colpite. “E’ impossibile non pensare a un gesto razzista – spiega a nome dell’amministrazione Roberto Piccinelli, ex sindaco e ora assessore al bilancio – io l’ho vissuta come una pugnalata nella schiena, non mi sarei mai aspettato che qualcuno potesse anche solo pensare una cosa del genere, è il vandalismo peggiore che ci abbiamo mai fatto. Chi ha agito è un delinquente e non ci sono parole per definirlo”. Di sicuro, aggiunge il parroco don Sergio Croci, “si tratta di persone senza valori, senza cultura, senza educazione”. “Il vero problema – chiarisce – è il vuoto in cui si dibattono coloro che hanno portato a termine questo gesto”. Un colpo alla convivenza messo a segno nella notte tra il 6 e il 7 ottobre scorso ma raccontato solo nelle scorse ore. “Abbiamo preferito mantenere il silenzio per alcuni giorni – conferma Piccinelli – anche per non permettere agli autori di vantarsi del misfatto. Poi gli stessi piccoli studenti ci hanno spinto ad una riflessione ulteriore”. Già, perché la risposta migliore ai vandali dai connotati razzisti è arrivata proprio dai bambini. Loro, i piccoli studenti che hanno realizzato le sagome e le hanno installate in primavera, hanno incanalato il loro dispiacere in una lettera inviata al comune che e che sarà pubblicata nel prossimo giornalino comunale. “Cari “imbrattatori” delle sagome – si legge – avete cercato di rovinare il nostro lavoro dipingendo di bianco le sagome dei bambini di colore. Avremmo a disposizione molte parole, tutte poco belle, per definirvi, ma riteniamo che non valga neanche la pena di elencarle. Ora ci piacerebbe che voi imbrattatori, comprendendo quanto è stato inutile e brutto il vostro gesto, sapeste prendere diluente e vernice per farci ritrovare una mattina le nostre sagome come erano”. Parole da sottoscrivere come la firma: “I ragazzi “grandi “ delle sagome”. E così hanno fatto il sindaco Bruno Vanini e l’amministrazione che hanno aggiunto un commento alla lettera rivolto agli autori del gesto. “Se non siete codardi, o peggio conigli, vi consigliamo di fare ciò che i bambini chiedono alla fine del loro articolo”. Intanto dopo la denuncia sono in corso le indagini dei carabinieri.
LA SCONFITTA DEI RAZZISTI
I razzisti hanno perso due volte. Se da Brinzio pensavano di lanciare un messaggio per minare la convivenza tra italiani e stranieri non ci sono riusciti, anzi hanno suscitato la forte reazione di segno opposto di tutto il paese. Se volevano rovinare un simbolo di integrazione, inserito peraltro in un progetto di sicurezza stradale pensato dai bambini, hanno fallito ancora. Torneranno, infatti, al loro aspetto originario le sagome dei bambini di colore, posizionate come invito alla prudenza per gli automobilisti nei pressi della scuola, “sbiancate” da un raid xenofobo. Ad annunciarlo è l’assessore alla Pubblica istruzione del comune di Brinzio, Sabrina Van Hoften. “La nostra speranza è quella enunciata anche dalla lettera dei piccoli alunni – chiarisce – e cioè che chi ha compiuto questo gesto deprecabile ponga riparo alle sue azioni insensate. Ovviamente aspetteremo solo fino alla prossima settimana dopodiché in un laboratorio con i giovani studenti rimedieremo al vandalismo razzista”. Posizione confermata anche dalla scuola visto che il clamore sulla vicenda e le indagini serrate dei carabinieri di Luino, rendono improbabile un regalo riparatore notturno degli imbrattatori. “Stiamo per ricomprare la vernice del colore giusto, e tra qualche giorno - aggiungono - saremo pronti, insieme ai bambini, per ripulire le sagome e farle tornare al loro colore originario”. Una reazione dall’alto valore simbolico. Cosi come la condanna unanime da parte dell’amministrazione e della società civile che ha contribuito a creare un clima positivo che potrebbe tenere alla larga in futuro i razzisti. “Perché a Brinzio – chiarisce Roberto Piccinelli, ex sindaco e ora assessore al Bilancio – non c’è spazio per queste persone. Qui la convivenza regna sovrana”. Parole scandite snocciolando i dati sui flussi migratori in paese. “L’integrazione è totale – aggiunge Piccinelli – e lo conferma il fatto che ben il 5% dei nostri residenti venga da fuori Italia: dal Nord Europa, all’Africa, passando per l’Oriente. Su 870 concittadini, 50 sono stranieri. E di questo ne andiamo fieri. Per questo mi auguro che chi ha agito sia estraneo alla nostra realtà: queste azioni non fanno parte della nostra cultura”. E su questo sono concordi anche i genitori degli alunni e la cittadinanza. “Non ci sono parole, se non offese per descrivere quella persona o quelle persone – sottolineano – che hanno preso di mira il lavoro dei nostri studenti per i loro scopi oltraggiosi. Colpire in questo modo delle sagome, solo perché hanno la pelle disegnata di colore scuro, lascia veramente sbigottiti”. E tra chi passeggia sulla provinciale, lungo viale Indipendenza, dove sono posizionate le sagome del progetto sicurezza stradale, l’impressione è che chiunque abbia messo a segno il raid razzista venga da fuori. “Non me lo aspetterei da gente di Brinzio. Anche perché questo lavoro didattico – evidenziano dal pese – è posizionato sulla strada da oltre un anno. Perché colpirlo solo ora: probabilmente perché ha attirato l’attenzione di qualcuno solo nei giorni scorsi”.
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