...

venerdì 17 luglio 2009

L'acqua e il fango feriscono la Valceresio. Bock compresa

PORTO CERESIO Dopo il nubifragio, la conta dei danni. In Valceresio è tempo di verifiche e di controlli lungo la scia del nubifragio che ha letteralmente devastato Induno Olona, Valganna, Arcisate, Bisuschio, Porto Ceresio. Cinque comuni per i quali è già stato riconosciuto lo “stato d’emergenza per calamità naturale” e che ora sono chiamati ad affrontare la fase successiva e stilare una lunga lista di interventi indifferibili per un ritorno alla normalità che sia il più rapido possibile. Con comparti produttivi paralizzati, macchinari inutilizzabili e case gravemente danneggiate dall’acqua e dal fango che si sono riversati all’interno non c’è tempo da perdere. Per non paralare delle infrastrutture come strade e ponti, compromesse, inghiottite o addirittura crollate sotto il peso dell’alluvione.

A preoccupare, sotto il profilo dei collegamenti stradali, è la situazione della provinciale 61 a Porto Ceresio. Ieri mattina, dopo che nella notte la struttura è andata in contro ad un altro cedimento che ha obbligato le ruspe ad abbattere la parte più pericolante, sono state effettuate le prove statiche sul ponte del Rio Bolletta. E gli esiti sono tutt’altro che tranquillizzanti. “Per ora abbiamo deciso di mantenere il senso unico alternato e il divieto di transito di mezzi pesanti e autobus – ha dichiarato l’Assessore alla Viabilità Aldo Simeoni – . In caso di abbondanti piogge nelle prossime ore, vieteremo la circolazione di tutti i mezzi. In ogni caso la situazione è costantemente monitorata dai tecnici del mio assessorato”. Ma l’impressione è che il ponte, così com’è, debba essere completamente rifatto. Stessa sorte per la strada, la Sp 61 dir., che collega Cuasso al Piano con Porto Ceresio. L’arteria chiusa in attesa dell’apertura dopo i lavori di consolidamento degli argini del Bolletta, torrente che già in passato era esondato all’altezza del rione San Pietro a Porto Ceresio, si è letteralmente sbriciolata sotto il peso dell’acqua. Metà carreggiata è scomparsa e i lavori dovranno giocoforza essere ricostruita. Ad Induno ed Arcisate, invece, anche ieri le pompe hanno lavorato senza sosta per liberare fabbriche e abitazioni, prevalentemente scantinati e garage, dall’acqua e dal fango. Nel rione Olona, in via Buccari, come in largo Bulgheroni, passando per via Porro, Foscarini, Monte Generoso, Brughiera, fino a via Ferrarin. Pressoché ultimato lo svuotamento del parcheggio coperto dell’Esselunga. Operazioni intense di ripristino anche ad Arcisate in via Oberdan e Cavour, colpite dall’esondazione del torrente Riazzo. Sotto osservazione anche Piamo di Bisuschio e le vie Matteotti e Rimembranze. In tutto decine e decine di case allagate con centinai di famiglie alle prese con auto distrutte e piani inferiori danneggiati, compresi tutti gli impianti. Danni per migliaia di euro che solo nelle prossime ore sarà possibile stimare. “Prima – fanno sapere i sindaci – è giusto concentrarsi sul ripristino della funzionalità di case e servizi”. E per superare la fase più critica è stato fondamentale il lavoro di squadra: vigili del fuoco, carabinieri, polizia, tecnici comunali e soprattutto volontari della protezione civile. Uomini che anche ieri sono rimasti in prima linea nelle zone colpite dal violento nubifragio. La macchina dei soccorsi, coordinata dalla Prefettura in sintonia con il corpo di Protezione civile, ha funzionato al meglio e con efficacia, anche grazie al prezioso supporto delle organizzazioni di volontariato. “Voglio sottolineare l’efficacia operativa della nostra Protezione civile che,- ha evidenziato anche che anche l’assessore provinciale alla Sicurezza e protezione civile Rienzo Azzi - ha dimostrato capacità di coordinamento con i vari livelli amministrativi e di intervento concreto dove vi era evidente bisogno”. Gli uomini impegnati sono intervenuti negli edifici allagati e in particolare sono state effettuate operazioni di rimozione d’acqua in circa 50 strutture, tra abitazioni private e le 2 scuole di Arcisate e Brenno.


DANNI PER MILIONI DI EURO

Milioni di euro di danni. Tra proprietà pubbliche e private. In Valceresio è scattata la corsa alle richieste di risarcimento. Ieri a Induno, per buona parte della giornata in municipio si è fatto il punto della situazione. Raccogliendo segnalazioni dei cittadini e analizzando le strade da percorrere per l’ottenimento dei fondi necessari al ripristino. Vie e procedure che saranno rese note dopo che il decreto del Governo sullo “stato d’emergenza” sarà pubblicato. Fondamentale anche il lavoro dei tecnici comunali perchè alcune situazioni sono di vera emergenza, come la messa in sicurezza dell’Olona all’ingresso dello stabilimento Carlsberg. “Sicuramente bisognerà intervenire in fretta – chiarisce il sindaco indunese Maria Angela Bianchi – e per questo abbiamo già informato l’Aipo, l’Agenzia interregionale del fiume Po che è competente. Peraltro i lavori alle Grotte messi a punto per i mondiali hanno retto, il problema ora è nel tratto che score coperto: situazione che avevamo segnalato insieme al Parco del Campo dei Fiori”. Senza contare i danni alle infrastrutture e agli edifici comunali. “Qualcosa come 2 milioni di euro – chiarisce il sindaco – : dal centro polivalente, alle scuole, gli impianti elettrici da rifare, passando per strade e sistemi di scolo”. Ingentissimi anche i danni dei privati: case, negozi, garage. Per questo il comune è a disposizione per le segnalazioni e le richieste di risarcimento con almeno un centinaio di famiglie che saranno alle prese con le procedure. Si lavora a pieno ritmo anche in comune ad Arcisate dove il sindaco Angelo Pierobon è impegnato in prima persona nel seguire le operazione di ripristino. “Devo dire che siamo riusciti a contenere bene il Riazzo prima che invadesse il centro storico – chiarisce Pierobon – e per questo anche le ripercussioni sul patrimonio comunale sino minori rispetto a quanto accaduto ad Induno”. Le prime stime parlano di quasi duecentomila euro. Impegnato nel monitoraggio della situazione anche Silvano Pisani, primo cittadino di Bisuschio. “L’accoglimento dello stato di calamità è il primo passo – conferma – il prossimo sarà quello di stendere un preciso bilancio dei danni. Dopodiché ci attiveremo per ottenere il possibile per ripristinare le infrastrutture e aiutare i cittadini colpiti”.


INDUNO OLONA: IL BIRRIFICIO PORETTI SEPOLTO DALL’ACQUA

“Siamo in una situazione catastrofica con l’incubo che oggi si possa ripetere il disastro di mercoledì”. Sono ore drammatiche queste allo stabilimento Carlsberg Italia, il glorioso burrificio Poretti, di Induno Olona. Perché oltre alla conta dei danni, che diventano ogni ore più devastanti nel pieno della stagione produttiva, il timore adesso è quello per le piogge annunciate in giornata. Ecco perché ieri si è lavorato su due fronti: parte degli operai, con la produzione ferma, si è dedicata al ripristino degli ambienti di lavoro, per liberarli dal fango e dall’acqua che hanno risparmiato davvero pochi punti dello storico stabilimento, gli altri al fiume Olona. “Giocoforza ci siamo dovuti prendere cura – chiariscono dalla Carlsberg – del letto del fiume che scorre in trincea al di sotto del complesso industriale. Lì la furia dell’acqua aveva trascinato di tutto da rami a pietre che rendevano il passaggio complicato. Adesso siamo riusciti a liberarlo ma la situazione all’imbocco, complice la frana che si è staccata all’altezza di Bregazzana, ci mette seriamente a rischio”. Perché quella dell’Olona in Valganna è una situazione che già da tempo è sotto gli occhi degli amministratori e dei responsabili dello stabilimento. “Purtroppo quello che è successo è stato senza dubbi un evento eccezionale ma – ribadiscono i vertici dell’azienda – dobbiamo abituarci a queste precipitazione e intervenire subito”. Perché adesso ogni precipitazione è un rischio altissimo. “Nostro malgrado – spiega Alberto Frausin, Amministratore Delegato di Carlsberg Italia – dobbiamo continuare a fare i conti con la spada di Damocle data da un letto del fiume non pulito che potrebbe causarci ulteriori danni di questo tipo. Da sempre la cura di questo stabilimento è per noi un fiore all'occhiello ed anche un impegno quotidiano e fondamentale e i recenti investimenti ne sono una diretta riprova. Ci troviamo però a pagare le colpe di chi non ha messo lo stesso impegno nel garantire la messa in sicurezza dell'ambiente che ci circonda. Come se non bastasse il nubifragio di mercoledì ha modificato il letto del fiume Olona e se non verranno fatti interventi urgenti e prioritari anche un evento meteorologico di portata molto inferiore rispetto a quello rischia di causare una nuova chiusura non solo del nostro stabilimento ma anche delle altre realtà produttive qui vicino, che da sempre ricoprono un ruolo importante nell'economia della zona. Ci troviamo in uno stato di estrema gravità e confidiamo davvero di trovare nelle istituzioni il necessario supporto”. Senza contare i danni, “da catastrofe”, già subiti dalla Carlsberg. “Per ora non siamo ancora stati in grado di quantificarli – sottolineano – ma la situazione è gravissima. Lo stabilimento rimarrà chiuso come minimo fino a lunedì prossimo per poter asciugare e pulire ogni singola zona mentre nelle prossime ore verificheremo gli eventuali danni a macchinari e strutture causati da una quantità di acqua e fango. Certo è che nel culmine della stagione è per noi un danno terribilmente pesante”.

Nessun commento: